Ogianu

La curatoria di Ogianu

Nostra Signora di Castra

Percorrendo la strada a scorrimento veloce che da Sassari conduce ad Olbia, proprio a metà del tragitto, nel territorio dell’attuale comune di Oschiri che apparteneva alla curatorìa di Ogianu, si incontra la chiesa di Nostra Signora di Castra a dominare la piana campestre del fiume Coghinas. 

Questo edificio trae il suo nome dalla sede diocesana documentata dal 1116, data in cui un suo vescovo appare tra i presenti alla consacrazione dell’abbazia della SS. Trinità di Saccargia, fino al 1503 quando fu unita a quelle di Ottana e Bisarcio e traslata ad Alghero. 

Il primo a descrivere il territorio di Ogianu, compreso nella circoscrizione vescovile di Castra, è stato l’umanista sassarese Giovanni Francesco Fara, raccontando come la “città” di Castro ha dato il nome alla diocesi. 

II Libellus iudicum turritanorum racconta che la cattedrale sarebbe stata fondata dal giudice di Torres Mariano I (dunque, tra il 1065 e il 1082) e che il giudice Gonnario nominò il figlio Comita curatore di Ogianu e Anglona (metà XII secolo). 

La cattedrale di Nostra Signora di Castra è tutto ciò che rimane dell’omonimo insediamento di origine militare (castrum), fondato probabilmente in età bizantina. 

A differenza delle cattedrali romaniche costruite in Sardegna, ad eccezione di San Nicola di Ottana, sempre a tre navate, quella di Castra ebbe fin dal principio una sola navata secondo lo schema ad aula basilicale. 

L’edificio è stato costruito con paramento a conci di trachite rosa perfettamente squadrati, mentre la sua facciata è sovrastata dall’alto campanile a vela. Nella pianta, nell’alzato con tetto in legname e nella decorazione degli esterni è ricalcata la consueta morfologia delle chiese romaniche costruite in Sardegna.

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