Il castello di Goceano domina il territorio omonimo da 600 metri di altezza, ed è conosciuto anche come “castello di Burgos” dal nome del piccolo borgo che sorge ai suoi piedi. 

Pare che sia stato fondato dopo il 1136 dal giudice di Torres Gonnario, per liberarsi, con l’aiuto dei pisani, dei potenti de Athen. A raccontarlo è il cosiddetto Libellus iudicum turritanorum, cronaca dalla quale si apprende anche che nel 1237 la giudicessa Adelasia insieme al marito Enzo di Svevia era disposta a cedere il castello al pontefice come garanzia della fedeltà giurata alla Sede Apostolica, al punto che l’anno seguente il papa Gregorio IX tentò invano di prenderne possesso. Sempre secondo il Libellus il castello di Goceano divenne il luogo dell’esilio della stessa giudicessa dopo il fallimento del suo matrimonio con Enzo, fino alla sua morte del 1259.

Quindi entrò a far parte dei possedimenti del Giudicato di Arborea e per lunghi periodi divenne sede della residenza della famiglia regnante. 

Arroccato su uno sperone roccioso ai piedi del Monte Rasu, isolato del tutto e ben visibile da grande distanza, un tempo dominava la regione circostante, per quanto la torre quadrangolare denoti un carattere residenziale, oggi sprigiona un fascino intriso della misteriosa atmosfera del Medioevo sardo.

L’imponente edificazione è il frutto della sovrapposizione delle fasi costruttive turritane (XII-XIII secolo) e arborensi (XIII-XIV secolo). Composta da una tripla cerchia di mura a conformazione a forma di ‘U’, fu realizzata con massi di granito e pietrame, rivestiti di mattoni e consolidati con malta. Al cuore del cortile si eleva per 16 metri la torre principale, solida e squadrata, articolata su due livelli e costruita con blocchi di calcare, rafforzati agli angoli con vulcanite rossa.

Oggi nel centro del borgo, in una ottocentesca casa padronale, è stato allestito il museo dei castelli, che ospita mostre su fortezze e edifici della Sardegna.