Figulinas

La curatoria di Figulinas

SS Trinità di Saccargia

La chiesa medievale più celebre della Sardegna sorge nei pressi di Sassari, nel cuore della curatorìa di Figulìnas, oggi nel Comune di Codrongianos: l’abbazia camaldolese della Santissima Trinità di Saccargia, che prende il nome dalla vallata circostante.
Secondo il Libellus Judicum Turritanorum e altre fonti più tarde, il sovrano Costantino I  di Torres e la consorte Marcusa de Gunale fondarono generosamente  la chiesa, realizzata da maestranze pisane e consacrata nel 1116. La leggenda narra che, di ritorno da un pellegrinaggio alla basilica di San Gavino di Torres, la coppia fu spinta da una visione sacra a costruire la chiesa, alla nascita del desiderato figlio Gonario; perciò, in segno di riconoscenza, la chiesa fu donata ai monaci Camaldolesi.
Il tempio si distingue per il campanile svettante e l’alternanza di pietra calcarea chiara e basalto scuro. Nell’abside centrale, i pregevoli affreschi romanici di un artista umbro-laziale rappresentano l’unico ciclo pittorico medievale integralmente conservato in Sardegna.

Chiesa di Santa Maria di Contra

Una delle più affascinanti chiese romaniche della Sardegna, Santa Maria di Contra, sorge nel cuore della curatorìa di Figulinas. È immersa nella campagna, in una pittoresca valle circondata da alberi da frutto e ulivi, a un chilometro dal borgo di Cargeghe e a pochi chilometri da Sassari.
Una bolla papale di Alessandro III del 1175 menziona la chiesa tra i possedimenti dei monaci Camaldolesi, sotto la giurisdizione della vicina abbazia della Santissima Trinità di Saccargia.
Costruita in pietra calcarea con blocchi di media grandezza e forma regolare, la chiesa ha un pavimento in lastre rettangolari dello stesso materiale. La luce naturale penetra unicamente attraverso le monofore sul lato sud e nell’abside. Su una parete si trova la copia di un dipinto seicentesco, raffigurante la Natività di Maria, celebrata l’8 settembre, con ancelle in abiti tradizionali.
Non lontano, ai piedi dell’altopiano di Giorré, tra Cargeghe e Florinas, si estende la necropoli di s’Élighe Entosu, con cinque domus de Janas, le celebri “case delle fate”, scavate in massi calcarei isolati.

Sant'Antonio di Briave

Tra i centri abitati di Ossi e Florinas, a pochi km da Sassari, si incontra una chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate, appartenuta allo scomparso villaggio di Briave (la regione conserva il toponimo Briai).
Le due comunità condividono questo luogo di culto campestre in stile romanico, unica chiesa dei dintorni a rimanere in uso e a essere oggetto di restauri nel corso dei secoli. Appartiene al territorio di Ossi e contemporaneamente alla giurisdizione ecclesiastica di Florinas fin dal XVIII secolo.
L’edificio è stato costruito forse nel XII secolo in pietra arenaria locale. L’impianto ad aula mononavata con abside a nordest e copertura fin dall’origine lignea è ascrivibile a maestranze di educazione toscana, attive nelle curatorìas di Figulinas e Coros nella seconda metà del XII secolo.
Il piazzale della chiesa diventa teatro dei festeggiamenti in onore di sant’Antonio abate ogni 16 e 17 gennaio, con l’accensione de su fogarone, il tradizionale falò attorno al quale i fedeli partecipano a riti religiosi e mondani.
Alle pendici del vicino Monte Mamas si trova la necropoli ipogeica di Mesu ’e Montes, scavata su un costone calcareo: questa si compone di diciotto domus de Janas (“case delle fate”), separate in due ali da un sentiero.

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