Esattamente a metà tra i territori dei centri di Sarule e Orani si trova la chiesa più alta dell’intera isola. A 1100 metri di altezza sorge il santuario mariano di Nostra Signora di Gonare, sulla vetta centrale di un complesso montuoso (comprendente Gonare, Gonareddu e Punta Lotzori), che domina l’ampio territorio circostante della Barbagia di Ollolai. 

Una parte delle mura del santuario appartiene alla parrocchia di Sant’Andrea di Orani, l’altra a quella di San Michele Arcangelo di Sarule.

A differenza della maggior parte delle chiese campestri sarde, di piccole dimensioni, quella di Gonare ha dimensioni imponenti ed è riccamente decorata nel presbiterio.

L’impianto architettonico attuale risale al 1618, ma l’edificazione della chiesa risale almeno al secolo precedente. L’interno della fabbrica è in stile tardo gotico, con archi a sesto acuto, caratterizzati da nervature diagonali con geometrie uniche in Sardegna.

Una relazione del vescovo di Alghero rende conto dello stato di avanzamento dei lavori di costruzione, che, pare, si conclusero nel 1619, quando il piccolo santuario fu ampliato sino alle dimensioni attuali. Nel 1912 fu consacrato e 60 anni dopo, davanti a 50.000 fedeli, si svolse l’incoronazione solenne della Madonna di Gonare.

La salita, ripida e suggestiva è scavata nella roccia, con diversi punti di devozione, come su bratzolu (la culla), dove sarebbe stato deposto il Bambino; s’imbaradorgiu, masso a forma di sedile dove la Madonna si sarebbe seduta per riposare, e, infine, una piccola fossa dove secondo la tradizione la Vergine avrebbe poggiato la sua mano.

Una leggenda narra che la costruzione della chiesa sia opera del giudice di Torres Gonario, che, di ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa, in pericolo per una violenta tempesta, promise alla Vergine che se si fosse salvato avrebbe costruito per lei un santuario sul lembo di terra che gli fosse apparso per primo. Il monte Gonare si illuminò guidandolo alla salvezza e la tempesta cessò: ecco che sulla cima fu realizzato il santuario